Il linfedema e lo sport
Uno degli argomenti più controversi riguardo alla patologia del linfedema è l’opportunità o meno di praticare degli sport.
Si è largamente d’accordo infatti sul concetto che lo sport faccia bene, ma nel caso di linfedema il discorso si fa un po’ più complesso, in quanto non tutti gli sport sono adatti ad un sistema linfatico in difficoltà.
Oltre alle linee guida di patrimonio comune, vogliamo qui condividere una serie di esperienze concrete che dimostrano ed attestano che anche sport meno “sicuri” per gli affetti da linfedema sono ugualmente praticabili, in alcuni casi anche con benefici per la patologia stessa.
Svolgere una sana attività fisica è utile per tutti ma in particolare per chi affetto da linfedema, perchè comporta, tra gli altri, due specifici vantaggi:
- Il controllo del peso
- Una maggior conoscenza del proprio corpo
Il soprappeso è la prima cosa da combattere in presenza di linfedema e lo sport aiuta a contrastarlo.
I bendaggi consentono di ridurre efficacemente il gonfiore degli arti e per praticarli in automedicazione è necessario conoscere bene il proprio corpo. Le complicanze come le linfangiti possono avere un decorso migliore se velocemente riconosciute e trattate. Lo sport aiuta a conoscere meglio ed ad ascoltare i messaggi del proprio corpo e può essere quindi di aiuto al paziente.
Riportiamo qui in seguito la testimonianza di una paziente trentenne ed il suo rapporto sport-linfedema.
“Il rapporto tra sport e linfedema è soggettivo e dovrebbe essere gestito caso per caso, dipendentemente dall’età, dalla prestanza fisica, impegni quotidiani e così via. Ciò nonostante, ritengo che raccontare la mia esperienza decennale con la malattia e in giovane età sia di grande utilità per una vasta fascia di pazienti (e forse – spero – anche per fisioterapisti e medici).
Ho praticato svariati sport fin dalla tenera età, tra cui il tennis e il nuoto, ma la mia grande passione era lo sci, che ho svolto in modo agonistico per circa 12 anni. Lo sport è sempre stato la mia valvola di sfogo: adrenalina e libertà. Quindi mi permetto di affermare che il linfedema non può e non deve diventare una rinuncia alla pratica sportiva, anzi. L’importante è trovare la giusta combinazione tra divertimento, fitness, prudenza e self-care.
Negli scorsi 10 anni ho potuto constatare che l’attività aerobica è da preferire. Nello specifico, nuotare, correre, camminare e andare in bicicletta sono alcune ottime soluzioni. Ho notato inoltre notevoli miglioramenti nella pratica dell’allungamento muscolare (cosiddetto stretching). Consiglio di svolgerlo, qualora sia possibile, minimo 15 – 20 minuti almeno 3 volte a settimana e assolutamente dopo l’attività fisica più o meno intensa. L’attività anaerobica più pesante può portare ad un indurimento e ingrossamento della gamba (nel mio caso specifico). Quindi, tutto ciò che è movimento e alternanza tra movimento e riposo può aiutare. Allo stesso tempo, possiamo sfruttare i nostri impegni quotidiani, commissioni, lavoro o studio e quant’altro, cercando di muoverci di più. Cosa significa? Preferire la bici, o le nostre stesse gambe, alla macchina. Camminare o andare in bicicletta quotidianamente, invece di guidare, può già contribuire in modo positivo ad un miglioramento del linfedema, non solo per la mera attività fisica, ma anche per la grande diminuzione di stress che ciò comporta. Se dobbiamo fare una commissione ad 1-2 km di distanza, perché prendere la macchina, innervosirsi nel traffico, stressarsi per la mancanza del parcheggio … quando possiamo camminare e scaricarci un po’?”